È così strano come una statua scolpita secoli fa possa essere così vera oggi.
Come Amore andò alla ricerca di Psiche, così molti innamorati vorrebbero ritrovarsi in questa terra che si sta trasformando nel deserto dei Tartari.
Ed è proprio quando si perde qualcosa che se ne capisce il valore reale: gli abbracci, le mani sfiorate, i baci rubati, le strette di mano, tutto questo ora è vietato.
Forse anche Canova ci pensava finchè scolpiva quelle labbra non ancora sfiorate, quel bacio non ancora dato:“Fermi!Dedicate un attimo ad apprezzare ciò che sta succedendo, apprezzate il calore delle braccia che vi stringono, apprezzate la dolcezza di una mano sul viso, apprezzate l’amore o l’amicizia perché non hanno vita eterna.”
Ma non dobbiamo arrenderci,e dobbiamo guardare le stelle. Le stelle? Sì, proprio le stelle.
Così silenziose, così lontane eppure in grado di incantare anche l’uomo più ostile.E poi l’etimologia di “stella” è così attraente, deriva dal latino “sidus”, mentre desiderio proviene da “sider”: essere lontani dalla stella, riferito ai marinai che durante la navigazione desideravano cercare la stella polare. E ora noi siamo come quei marinai che navigano nel mare, immerso nelle tenebre, che cercano un punto al quale aggrapparsi, un’ancora di salvezza che possa dargli speranza, qualcosa in cui credere e Dante lo trovò proprio nelle stelle che brillavano nel cielo della sua Firenze. Che poi le stelle sono uno dei particolari più belli al mondo:piccole, ma enormi, in apparenza delicate, ma una loro esplosione può annientare lo spazio e il tempo:sono piccole crepe di speranza nella buia costrizione di questi ultimi mesi.
E allora forse dovremmo guardare meno davanti a noi e più verso l’alto,ma non per chissà quale credenza religiosa,ma per il semplice fatto che quando sta per annegare in un mare burrascoso tendiamo il nostro volto verso l’alto,verso l’infinito. E come scrisse Dante prima di uscire dall’Inferno:”e quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Arianna, 20 novembre 2022
Per info: didattica@museocanova.it”