Antonio Canova
Danzatrice con i cembali
1812
Gesso
Collocazione
Gypsotheca, Ala Scarpa
La danza che per sua natura ricerca la bellezza in movimento, diviene nel Neoclassicismo immagine per eccellenza della grazia. Il ripetersi delle figure danzanti all’interno della produzione canoviana è testimonianza dell’interesse dell’artista per lo studio del movimento. Essendo appunto un tema privilegiato, lo traduce in numerose statue di dee, muse, figure mitologiche, rilievi, disegni e tempere che esibiscono una notevole varietà di movimenti e pose di ballo. Mentre le tempere hanno un carattere sperimentale, finalizzato allo studio della componente ritmica lineare, le ballerine in marmo rispondono a una ricerca più impegnativa ed essenzialmente plastica. La Danzatrice con le mani sui fianchi, la Danzatrice col dito al mento e la Danzatrice con i cembali sono un trittico che incarna il mito del Sublime, uno dei cardini dell’estetica settecentesca. Con ineguagliata maestria, lo scultore si libera dalla soggezione della gravità, sollevando elegantemente le ballerine da terra. La Danzatrice con i cembali è dotata di un alto basamento in marmo originale, elemento fondamentale per aumentare sensibilmente l’illusione della fanciulla in movimento. La giovane ragazza è colta nell’atteggiamento di eseguire un leggiadro passo di danza, calza i sandali ai piedi e con le dita delle mani afferra delicatamente i cembali, che si presta a suonare. Il corpo, fermo sulla punta di un piede, si allunga verticalmente come se volesse seguire il suono che ha appena prodotto con gli strumenti, mentre il capo abbassato sulla spalla è in ascolto delle ultime vibrazioni che lentamente sfumano. La sua figura traspare sotto la veste, che risulta raffinata e sottilissima quasi trasparente. A causa della Grande Guerra, la scultura in gesso era stata quasi distrutta. In seguito a un lavoro di restauro è stato invece possibile ricostruire parte degli arti superiori e dei cembali che erano stati completamente deturpati. L’opera in marmo fu realizzata tra il 1809 e il 1812 per l’ambasciatore russo Andrei Razumovskij, notoriamente raffinato intenditore di musica, ed è ora patrimonio inamovibile del Bode Museum di Berlino.
● Numero inventario
198
● Dimensione
187x80x55 cm
● Proprietà
Fondazione Canova onlus, Possagno (TV)
● Marmo
Berlino (DE), Staatliche Museen