La scoperta sotto l'Autoritratto di Antonio Canova
Oltre alle opere scultoree, il patrimonio conservato a Possagno comprende anche numerose opere pittoriche realizzate dallo stesso Canova nel corso della sua carriera e da lui considerate come un ozio, un diletto personale. Ciononostante, il livello artistico di tali capolavori è davvero alto, considerando anche il fatto che lo Scultore rielaborava dopo anni i soggetti pittorici per realizzare i gruppi scultorei. Proprio per l’importanza e il valore ricoperto da tale patrimonio, nel febbraio 2021 un’area della Casa Natale è stata adibita a laboratorio di restauro, in modo che si potessero realizzare gli interventi evitando di mobilitare le opere e di sottoporle ad ulteriore stress. La prima opera che ha inaugurato il nuovo laboratorio è stata l’Autoritratto come scultore (1799), restaurato dalla dott.ssa Edda Zonta grazie al sostegno di Home Cucine.
Mai fino a questo momento erano state effettuate delle indagini così approfondite su un dipinto canoviano della collezione di Possagno, e difatti, l’esame radiografico ha rivelato l’esistenza di un secondo dipinto sottostante, raffigurante due volti, non visibili ad occhio nudo. Le analisi chimiche dei campioni stratigrafici hanno, inoltre, rilevato che l’Artista utilizzava miscele di pigmenti molto complesse, inserendo sia materiali utilizzati nei secoli a lui precedenti e inusuali all’epoca sua contemporanea, sia pigmenti scoperti ad inizio Settecento. Ad oggi questo intervento rappresenta un unicum, ma grazie ad un prossimo nuovo restauro sul dipinto La citareda (post 1789), reso possibile grazie al sostegno di Fabio Gobbato, sarà possibile comparare i dati acquisiti e conoscere maggiormente Canova come pittore.
L’Autoritratto come scultore venne realizzato da Canova durante il suo soggiorno a Possagno avvenuto negli ultimi due anni del Settecento, periodo in cui decise di allontanarsi da Roma in quanto la capitale stava subendo l’invasione delle truppe napoleoniche. In questo dipinto ad olio su tela, l’Artista si auto-raffigura a mezzo busto, mentre impugna i ferri del mestiere, quali il mazzuolo e lo scalpello. Alla sua destra vi posiziona una testa ideale, opera che tradusse in marmo qualche anno più tardi. La sua figura si staglia su uno sfondo scuro, i suoi occhi guardano dritto in faccia lo spettatore e la sua bocca è leggermente socchiusa: Canova in questo autoritratto si mostra totalmente al naturale, non nascondendo l’inizio della calvizie; si mostra esattamente così com’è, uno scultore, identificandosi con la sua arte. L’opera riporta anche la firma e la data autografe: “A. Canova si dipinse 1799”.
La scoperta rilevata durante il restauro, riguardante i due volti misteriosi sottostanti l’autoritratto, fa dedurre che Canova possa aver utilizzato una tela di seconda mano in quanto a Possagno in quell’epoca era molto difficile reperire delle tele inutilizzate. Secondo la relazione redatta dalla dott.ssa Zonta, l’opera si presentava in un discreto stato conservativo, nonostante fosse stata restaurata in precedenza durante gli anni Settanta. Smontando la tela dalla sua cornice si è scoperto che dieci centimetri di lembo erano stati ripiegati e fermati nel telaio, per questo normalmente non sono visibili agli osservatori; di tale porzione di tela non è giunta a noi nessun tipo di documentazione. La superficie pittorica presentava una vernice molto offuscata che alterava la cromia originale del dipinto, mentre alcune aree erano state nel tempo ridipinte. L’intervento di restauro è iniziato proprio da una fase di pulizia e di diagnostica che ha permesso di comprendere con esattezza come intervenire sull’opera. Difatti, la dott.ssa Zonta ha proceduto con la deacidificazione della tela, il ripristino delle lacune e la finitura con colori a vernice. Il restauro è terminato con il riassemblamento della tela con la sua cornice originale, la quale al contempo è stata pulita e ridipinta nelle zone lacunose.