in gesso dipinto di nero che Canova realizzò durante gli ultimi anni
della sua vita.
Scuderie
Nel corso del Settecento la scuderia era adibita ad ospitare il bestiame che forniva a Pasino, nonno di Antonio Canova, la lana. Successivamente, nei primi decenni dell’Ottocento, il locale venne utilizzato per ospitare dei cavalli, utilizzati dalla famiglia Canova per svolgere alcune mansioni quali i lavori nei campi o il traino della carrozza.
Durante il riallestimento dell’interna Gypsotheca, l’architetto veneziano Carlo Scarpa scelse di esporre all’interno di questo ambiente alcune opere canoviane tra cui il cavallo in gesso dipinto di nero che Canova realizzò durante gli ultimi anni della sua vita.
L’ex scuderia presenta alcuni elementi caratterizzanti le architetture scarpiane quali l’attenzione per la luce proveniente da due finestre, la presenza di una feritoia e l’utilizzo di appositi sostegni realizzati con ferro sopra ai quali sono posizionati gessi.
Le Scuderie, opere e visitatori | ph credits Otium/Favotto